I robot non pagano i contributi previdenziali

I governanti appartenenti a tutte le aree politiche pensano di rimpinguare gli stipendi dei lavoratori dipendenti diminuendo i contributi che i lavoratori versano mensilmente nelle casse dell’Inps, il cosiddetto cuneo fiscale, riducendo nel contempo il valore della pensione.
Inoltre, le casse dell’Inps piangono anche per un altro motivo: la scienza ha fatto passi da gigante inventando gli automi che svolgono il lavoro dell’uomo contribuendo a svuotare le casse dell’Inps perché i robot non pagano i contributi al contrario degli operai occupati.
A questo punto una domanda sorge spontanea: come fa l’Inps a pagare le pensioni del futuro con le casse vuote sia perché si riducono i contributi a carico del lavoratore sia perché i robot non pagano i contributi?
A parere dello scrivente i governanti di tutti gli schieramenti politici dovrebbero cercare di rimpinguare le casse dell’Inps già da oggi e non aspettare che il problema si incancrenisca a tal punto quando non resta altro da fare che vivere con una pensione ridotta ai minimi termini.
Una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’Iva di qualche punto, soprattutto per i beni di lusso, e versare direttamente nelle casse dell’Inps il relativo ricavato oppure quella di tassare i robot facendo pagare alle imprese i contributi previdenziali corrispondenti alla forza lavoro dei robot impiegati; la seconda soluzione però è più difficile da applicare.

Veglie, 23-2-2020

admin – Mar, 25/02/2020 – 12:00